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L'origine del percorso: un incontro casuale

Pensare all'idea di immergere un bambino con disabilità psichica con muta e bombole in piscina ci è sembrata d'impatto un'impresa molto ardua. Per giorni ci siamo interrogate sulla possibilità di sperimentare questa esperienza con i nostri bambini e sicuramente non è stata una decisione facile.
E' dalla proposta di Luca Fiaschi, oggi responsabile sub del progetto, che abbiamo mosso i primi passi d'apertura verso l'attività subacquea.
Il nostro lavoro si divide tra l'attività diagnostica e riabilitativa in studio e quella psicoeducativa in acqua, alternando attività individuali e di piccolo gruppo, con bambini con disabilità prevalentemente psichica affetti da patologie diverse e con diversi percorsi e obiettivi psicoeducativi.
Ci piace pensare alla disabilità come ad un qualcosa in più che appartiene alla persona ma che non fa la persona, non la determina e non la definisce in tutto quello che è. Lorenzo è un bambino bellissimo, sorridente, sa nuotare come un pesce, è molto bravo a giocare con il computer ed ha una sordità. Quanto ci limiterebbe nella comprensione di chi abbiamo davanti dire semplicemente Lorenzo è un bambino non udente? Oppure dire Luigi è un bambino con sindrome di George?
E' troppa la conoscenza che si rischia di perdere fermandosi esclusivamente alla disabilità e ai limiti che può imporre. Questo è stato il pensiero che ci ha mosso verso la sperimentazione di questa nuova attività in acqua. E' vero i nostri bambini hanno delle difficoltà, hanno delle patologie correlate ma più di una
volta ci hanno dimostrato di essere capaci di risultati inaspettati e il minimo che potevamo fare era dare loro la possibilità di mostrarci ancora una volta che "tanto" è possibile.
La prima edizione del progetto, ai tempi Tutti Sott'acqua, parte un Lunedì
pomeriggio nella piscina dell'ospedale Cto dalla sperimentazione con Lorenzo e
Luigi, due bambini che già avevano intrapreso un percorso individuale in acqua con noi. Parlare con i genitori, spiegare loro l'idea di provare un'attività nuova, chiedere di mettersi in gioco e di affidarci il loro bambino è stato il primo passo.
Bombole, maschera, boccaglio¼ pronti attenti via! Lorenzo e Luigi hanno capito subito che l'attività che avremmo dovuto fare insieme quel giorno era diversa dal solito, hanno accettato la sfida e hanno provato se pur con le loro titubanze da bambini.
Le parole non arrivano tanto al cuore come l'esperienza di vedere un bambino di sette anni euforico per essere riuscito a respirare sotto l'acqua, oppure una mamma che ti ringrazia per aver permesso che il proprio figlio vivesse quest'esperienza che l'ha resa felice ed orgogliosa.
L'incontro, se pur casuale, ha dato origine ad un importante percorso di collaborazione e sperimentazione. E' un percorso nuovo e diverso dove la diversità di ciascuno di noi sfuma lasciando spazio alle potenzialità di tutti: di noi operatori come guide pronte a rispondere e interpretare le esigenze di ciascuno e dei ragazzi sempre disposti a mettersi in gioco con i loro tempi e le loro particolarità, in un contesto di apprendimento e scambio continuo.
 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
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